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Alcuni motivi di preoccupazione dei cittadini
Il dott. Federico Valerio, ricercatore della S.S. Chimica Ambientale dell’Istituto nazionale di Ricerca sul Cancro di Genova riporta che “…la combustione delle biomasse produce inevitabilmente numerosi composti tossici e grandi quantità di polveri fini ed ultrafini. L’inquinamento ambientale indotto dai tanti impianti a biomasse che si propongono in Italia, pur nel pieno rispetto delle norme vigenti, peggiora l’attuale qualità dell’aria dei territori che dovrebbero ospitarle, con le emissioni da camino e con quelle del traffico veicolare indotto (ossidi di azoto, polveri fini (PM10) ed ultra fini (PM2,5) e peggiora anche la qualità del suolo e dei prodotti agricoli di questi stessi suoli, con le ricadute di composti organici persistenti (diossine, furani, idrocarburi policiclici) e probabilmente di metalli pesanti (http://web.me.com/federico.valerio/Federico_Valerio/Centrali_a_biomasse.html ).
a. Non c’è disponibilità forestale sufficiente
b. I rendimenti elettrici di questi impianti sono molto bassi rispetto alle altre tecnologie utilizzate in Italia (circa del 26%) (nda: una moderna centrale a gas metano ha un rendimento del 60%).
c. Per reperire il combustibile bisogna rastrellare il legname in un raggio di decine di chilometri con trasporti che richiedono migliaia di camion (nda: il consumo della centrale di Torrazza è pari a 25500 tonnellate/anno, che equivale al trasporto attuato in un anno da 1275 camion da 20 tonn.
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Da LOCALPORT.IT
Attualità - Torrazza Piemonte - 18/05/2010
Centrale a biomasse: la Provincia “rilancia” la decisione politica
di Annarita Scalvenzo
Fino ad oggi la Provincia ha svolto soltanto un ruolo tecnico, mentre sulla parte politica la palla è in mano ai cittadini.
Questo, in sostanza, il messaggio lanciato dall’Assessore all’Ambiente della Provincia di Torino, Roberto Ronco, che venerdì scorso in un salone dell’oratorio veramente gremito (si sono dovute lasciare spalancate le finestre per consentire di ascoltare anche a chi non è riuscito a trovare posto in sala, ndr) ha partecipato all’incontro organizzato dall’associazione ambientalista locale Ira e con la partecipazione di Michele Bertolino e Gian Piero Godio di Legambiente.
Scopo della serata, quello di cercare di fare chiarezza sulla possibilità di realizzazione di una centrale a biomasse o “impianto di combustione di rifiuti” come hanno detto più volte gli ambientalisti. Ad aprire l’incontro, Vanni Cagnotto di Ira che ha tracciato la storia del territorio torrazzese, fortemente segnato dalla presenza di una discarica prima di rifiuti tossico-nocivi e oggi di rifiuti speciali, mentre Godio ha parlato della complessa e critica situazione ambientale di questa porzione di territorio, nove chilometri quadrati appena, ma dove sono concentrate un numero impressionante di problematiche.
Bertolino ha invece parlato a lungo di rifiuti, ma l’intervento più atteso era certamente quello dell’Assessore, che è stato più volte interrotto da un pubblico davvero caldo, che a tratti ha lasciato trasparire evidenti segni di esasperazione e di sfiducia verso l’operato delle istituzioni.
«Chiarisco il ruolo della Provincia – ha detto Ronco -: il primo riguarda una valutazione politica e il secondo è un compito istituzionale di valutazione e autorizzazione. I due aspetti devono sempre essere separati. La politica riguarda l’ascoltare i cittadini e le osservazioni che vengono presentate. Ad oggi è vero che non è stata richiesta un’autorizzazione, ma è stato presentato un progetto preliminare e il proponente ci ha chiesto quale tipo di procedimento avremmo adottato: fino a qui si tratta di un parere tecnico e non politico, è stata l’applicazione delle regole previste dalla legge (nazionale) e non possiamo in questa fase mettere dei paletti»
Nel rispondere alla domanda che è venuta da più parti dell’assemblea, “Perché quest’impianto proprio a Torrazza”, l’Assessore non ha avuto esitazioni: «Chiedetelo al proponente, che ha detto qui e non è stato mandato via dal sindaco. La valutazione politica spetta al Comune e ai cittadini, sta nel gioco di maggioranza e opposizione. Coinvolgete dei politici del territorio, vedo qui per esempio Roberto Tentoni, che portino alle istituzioni le vostre istanze».
Godio ha poi chiesto alla dottoressa Molina, funzionario della Provincia del Settore Ambiente, se si tratta di una centrale a biomasse o un impianto di combustione di rifiuti: «E’ un progetto preliminare – ha risposto la Molina -, non ci sono ancora i dettagli, ma così come è stato presentato, non è un inceneritore». Anche Bertolino di Legambiente è intervenuto per calmare le acque e dire che la Provincia valuta i progetti attraverso la Conferenza dei Servizi, dove si possono presentare delle osservazioni.
Per incidere bisogna andare sul piano politico e cioè sul Sindaco, è stato ribadito, e non su chi rilascia le autorizzazioni. «No, non ho mai visto autorizzare un impianto se gli amministratori non volevano», ha detto Bertolino. «Per me il Comune è un punto di riferimento – ha concluso l’Assessore provinciale, ma se la cittadinanza esprime con forza la propria contrarietà ne devo tenere conto».
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Godio ha quindi ricordato che la raccolta firme promossa da Ira e Legambiente, e di cui lui stesso è primo firmatario, va proprio in questa direzione di palesare il dissenso della popolazione, inviando il documento alle Amministrazioni comunali, alla Provincia e alla Regione. «Quando la presenteremo alla Provincia – ha detto Godio - poi questa non potrà dire che non sapeva che la gente era contraria».
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