RU486 chiusa a chiave dai baciapile leghisti...


E due. Dopo Cota, anche Zaia, neo presidente della Regione Veneto, promette di "occuparsi" della Ru 486...
Dedico la notizia agli astenionisti "di sinistra" che non hanno votato sostenendo che "tanto destra e sinistra" sono uguali, e a volte aggiungendo che proprio veniva loro il voltastomaco al solo prensiero di votare Bresso. E a beccarsi le dichiarazioni di Cota e Zaia come si sente ora il loro stomaco?
Primo Carnera.

3 commenti:

saturninox ha detto...

Il medioevo leghista si manifesta sul corpo delle donne. Per questi siamo sudditi senza diritti, obbligati a nacere e a morire secondo i loro desideri. Le donne poi sono subumani che non possono decidere da sole, ma devono essere accompagnate, consigliate, indirizzate. A quando la cintura di castità?

astrid ha detto...

sono solo un branco di segaioli impenitenti!
Astrid

Anonimo ha detto...

COTA DICE:
"Sulla Ru486 le mie dichiarazioni devono essere riportate in modo preciso, ho sempre avuto una posizione chiara sull'argomento, che è quella che trovate nel mio programma elettorale, e mai in contrasto con la legge". Lo ha detto oggi il neo eletto alla presidenza della Regione Piemonte, Roberto Cota, a proposito delle sue dichiarazioni sulla pillola abortiva rilasciate al giornalista Belpietro. "Io ho sempre detto che sono per la difesa della vita - ha detto Cota - e che non la pensavo come Bresso che era invece favorevole ad un impiego disinvolto. In più avevo aggiunto che intendo affiancare alle strutture ospedaliere le associazioni pro-vita e che inoltre ritengo che l'uso della Ru486 sia potenzialmente molto pericoloso per la salute delle donne perchè c'è chi dice che si tratta di un aborto più pericoloso di quello chirurgico e ci vuole molta cautela". "Quando Belpietro mi aveva chiesto 'allora tutte le pillole che aveva ordinato la Bresso resteranno nei magazzini?' allora io alla battuta avevo risposto sì ma la mia posizione è sempre stata la stessa. Dato che stiamo in attesa delle linee guida da parte del ministero della Salute, in ossequio del parere del Consiglio superiore della Sanità, ho detto ai direttori generali piemontesi di aspettare la mia entrata in carica e che poi avremmo affrontato insieme il problema della pillola", conclude.