...UN GRAN CANYON IN FRAZIONE LA MANDRIA?

CHIVASSO - Giovedì 18 marzo si è tenuta in Frazione La Mandria di Chivasso, promossa dall’onorevole Cambursano,  una riunione sulla voce che circola da qualche tempo: una grande impresa di escavazione sarebbe intenzionata ad aprire una grande cava in una zona che si estende tra Chivasso, Mazzè e Rondissone. In particolare sarebbero interessate le frazioni La Mandria e Tonengo di Mazzé. La cava sarebbe enorme: oltre 200 ettari. Si estenderebbe fin quasi alle cave di Rondissone, una delle quali è a sua volta in corso di ampliamento. Si formerebbe così quasi una unica grande cava, un serpentone che da Rondissone arriva fino a Chivasso. Sono quasi sicuro che il Sindaco Matola la chiamerebbe una “riqualificazione di aree degradate”. Il consigliere Modafferi ringrazierebbe i cavatori per la loro generosità, perché spenderebbero SOLDI LORO PER NOI, per “recuperare” PER  NOI un territorio selvaggio e abbandonato (e forse anche montagnoso, boh!). 
Ora che ci penso, potrebbero addirittura affermare che ne nascerebbe un Gran Canyon, che italiani e turisti stranieri verrebbero a visitare con considerevole vantaggio per l’economia locale. Tornando alla cava, l’assessore all’agricoltura e alle frazioni di Chivasso, Alessandro Perrone,  ha dichiarato alla stampa locale di non saperne niente... Ma, secondo le informazioni in possesso di Cambursano, il progetto ci sarebbe. Qualche tempo fa vi sarebbe stato un incontro in Comune tra l’Amministrazione di Mazzè e i consiglieri di minoranza – che erano presenti alla riunione di giovedì – durante la quale  sarebbe stata sottoposta alla minoranza l’ipotesi di una variante di Piano regolatore. In breve, lo sanno anche le pietre, la ghiaia e la sabbia. Però, per il momento, amministratori comunali e cavatori preferiscono tacere, in attesa dell’esito delle elezioni regionali: se vince Cota – dice Cambu – i cavatori partono il giorno dopo. Se vince Bresso, vedremo (io temo che partirebbero DUE giorni dopo: lo dico sulla base dell’esperienza, visto che l’ingegner Padella percorre come un frate missionario il Vercellese e il Biellese a predicare che le cave non fanno per niente male alla salute. Insomma, avremmo BEN 24  ore in più per protestare.
A che servirebbe la grande cava? Da quanto emerso nella riunione, servirebbe a scaricarvi il cosiddetto “smarino”, cioè il materiale estratto dalla montagna per costruire il tunnel dell’Alta Velocità in Valle di Susa. Una ipotesi credibile:  un documento Italferr del 2005 individuava anche nel Chivassese alcuni siti nei quali buttare  le montagne della Valsusa. Ma prima di versare lo smarino nel buco bisogna scavare il buco e portare via il materiale  scavato (cioè materiale da costruzione, come ghiaia e sabbia). Per restare in tema, quale sarebbe la destinazione  del materiale scavato? Non lo so ancora, ma ricordo che c’è un’impresa che sta chiedendo di ampliare una cava a Santhià. E che cosa scrive nella documentazione presentata in Comune? Che il materiale estratto servirà alla realizzazione dell’ultimo tratto della TAV in Valsusa. Questo vorrebbe dire – fra tanti altri danni per la salute e l’ambiente - che per anni tutta la zona tra Rondissone,  Mazzè  e Chivasso verrebbe investita da un gran traffico di autocarri. L’assessore Perrone forse non sa nulla. Ma qualcuno lo sa... In genere in queste circostanze le imprese di escavazione cominciano per tempo e senza fare chiasso a rastrellare i terreni. Li pagano bene, a prezzi molto superiori al valore agricolo.  Chi vende i terreni incassa una bella cifra. In compenso, altri proprietari ci rimettono, perché i terreni nei dintorni della cava perdono valore. Ma il mondo è fatto per i furbi, no?
Paolo Ballesio.

Nessun commento: