Lezioni di motosega...



Il Comune di Casalborgone ha organizzato un’assemblea pubblica martedì 23 marzo nel Teatro Parrocchiale. Lo scopo dell’amministrazione guidata da Amos Giardino è di discutere con la popolazione le “osservazioni” che intende presentare al nuovo Piano Territoriale di Coordinamento elaborato dalla Provincia di Torino. Il Piano ha il merito di prevedere un ampliamento delle due aree protette della Riserva del Vai e del Bosc Grand.  L’intenzione della Provincia è chiara: salvare dalla cementificazione e da altre devastazioni quella grande “macchia verde” fino ad ora sfuggita all’urbanistica barbarica.
Il sindaco ha invitato anche i colleghi di Castagneto Po e di Rivalba, i due comuni su cui si allarga il Bosc Grand. I tre sindaci sono favorevole o contrari al progetto della Provincia? Lo sapremo martedì. Ma i precedenti non sono rassicuranti. Nelle elezioni comunali dell’anno scorso la lista di Giardino aveva il sostegno sia del Motoclub, e dei trialisti e dei quadisti che si applicano alla distruzione del Bosc Grand, sia dei contadini che considerano la tutela delle aree verdi di Casalborgone un vincolo alle loro attività anziché una risorsa per la promozione di un turismo sostenibile.
All’assemblea il sindaco ha invitato il senatore Andrea Fluttero e il sindaco di Chivasso Bruno Matola. Qualcuno si chiederà: che c’entrano con i boschi quei due? Che a Chivasso sono chiamati “sindaci motosega”? E che, più che esponenti del Popolo della Libertà, sono considerati militanti del Partito della Betoniera? C’entrano, eccome: si occupano entrambi di ambiente.  Fluttero è segretario della Commissione ambiente del Senato, e Matola fa parte della Commissione ambiente del Consiglio provinciale. Leggendo di questi due incarichi, molti chivassesi potrebbero piegarsi in due dalle risate. Ma sbaglierebbero, e non mi stupirei che fossero comunisti o magistrati. Sbaglierebbero, perché gli abitanti di Casalborgone hanno molto da imparare da due così illustri professori di pianificazione territoriale. Ad esempio, a qualche casalborgonese sarà toccato di recarsi in automobile all’ospedale di Chivasso. Avrà avuto il piacere di girare in tondo senza trovare parcheggio. Magari aveva fretta. Ma parcheggi gratuiti attorno all’ospedale in certe ore non si trovano. Ebbene, Fluttero e Matola sapranno spiegargli come deve fare un Comune per pianificare il territorio comunale in modo così brillante per facilitare la vita dei cittadini. E poi, ammettiamolo, a Casalborgone c’è troppo verde, troppi campi, troppi alberi, troppi boschi, persino troppe colline. Sembra un luogo selvaggio dove non sono ancora arrivati il progresso e la civiltà. Uno spettacolo che mette tanta tristezza. Ma i rimedi ci sono, e Fluttero e Matola li conoscono. Anche a Chivasso una volta ai bordi dell’abitato c’era la campagna. Luoghi invivibili, infestati da formiche, lumache, grilli, margherite, girasoli, erba, e persino siepi e alberi. Una desolazione. Luoghi degradati, inadatti alla vita della specie umana. Dovevano essere “riqualificati”. Come fare? Fluttero e Matola lo sanno. Martedì potranno spiegarlo ai casalborgonesi: sarà una lezione di urbanistica di alto livello, assolutamente da non perdere.
Piero Meaglia.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Senza avventurarsi fuori dai luoghi abitati, Matola e Fluttero potrebbero spiegare ai casalborgonesi il loro piano di riqualificazione del centro, consistente nel taglio di centinaia di alberi, liberando così la popolazione dal rischio di inciampare nelle radici degli stessi e di essere aggredita da insetti e animali vari nascosti tra le foglie.
doc

Centro Otelli ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Antonio M ha detto...

anche a Lauriano c'è un'emergenza-alberi. Senza dire niente a nessuno, l'altro ieri il comune ha fatto tagliare tutte le piante del viale che conduce alla Stazione ferroviaria, una bella stradina ai cui bordi c'era una fila di una decina di grossi alberi, credo dei platani, ruisalenti al periodo pre-bellico. Fate qualcosa se potete, per impedire che taglino anche quelli della piazza centrale, per favore.
Antonio M.