La nostra classe dirigente...


Sono sempre stato convinto che fare gli “indignati permanenti” non serva a niente. Quel che serve è capire le cause del disastro in cui stiamo affondando e trovare i rimedi. L’indignazione permanente fa parte di quella insopportabile retorica che è uno dei caratteri degli italiani. Tuttavia è difficile non rimanere inorriditi di fronte allo spettacolo che quotidianamente ci offre la nostra classe dirigente. Parlo di classe dirigente, e non solo della classe politica soprattutto di destra, perché vi comprendo anche imprenditori, alti funzionari dello Stato, magistrati, militari, uomini delle forze dell’ordine, e alla fine forse persino qualche religioso. Imprenditori, affaristi e manager si mettono in politica, entrano in parlamento e lì continuano a fare affari: il più grande imprenditore della sanità laziale, Angelucci, è senatore del PDL. L’economista Tito Boeri scrive su lavoce.info del 2 marzo: “E affiorata una nuova classe di politici-manager (il 40% dei nuovi ingressi in Parlamento nell’ultima tornata elettorale appartiene a questa categoria) che coltivano i loro affari durante e dopo il loro mandato (oltre un terzo dei manager rimane in politica anche dopo il mandato)”. Poi vi sono imprenditori  che “creano” le carriere dei politici e li “comandano”, come il boss dei rifiuti Alfredo Romeo in Campania, finito in carcere. Poi vi sono politici che diventano imprenditori pure loro, entrando in società con gli imprenditori e facendo affari insieme. Poi ci sono alti funzionari pubblici come Balducci che sembra – vale la presunzione di innocenza – che fossero in affari con politici e imprenditori ai danni dello stato. Poi ci sono magistrati collusi – forse - che passavano loro informazioni. E ci sono collusi tra carabinieri e finanzieri. E magari ci sono intellettuali…sarebbe interessante sapere quali erano gli intellettuali a cena da Berlusconi qualche sera fa. Un intellettuale che va a cena a casa di Berlusconi non è un intellettuale ma uno scendiletto. Non si salva nessuno. E ormai nella nostra classe dirigente bisogna mettere a pieno titolo anche esponenti della criminalità organizzata: il duro lavoro è finalmente premiato. E poi dicono che in Italia non c’è “meritocrazia"...
E come sempre i microcosmi locali riflettono, magari in versione meno grave, il macrocosmo nazionale. A Chivasso il noto imprenditore Fluttero, attivo nella ristorazione e nella compravendita di terreni,  ha “designato” il politico Matola candidato sindaco per le elezioni dell’anno prossimo. Il presidente della commissione consiliare urbanistica fa il professionista nell’edilizia e l’amministratore condominiale: la volpe messa a guardia del pollaio... Anche il figlio dell’assessore all’urbanistica fa l’amministratore condominiale. L’assessore all’agricoltura tifa per le cave che distruggono i terreni agricoli, e Cambursano lascia intendere che qualcuno ha rastrellato i terreni a prezzo agricolo sapendo anzitempo (ma come faceva? Legge il futuro?) che avrebbe potuto rivenderli a prezzo molto più alto ai cavatori. Un film già visto dalle parti di Castelrosso. Al Campo delle associazione del Baraggino, luogo riservato alle associazioni senza scopo di lucro, quante sono veramente  “senza scopo di lucro”?
Ma torniamo alla classe dirigente nazionale. Non si salva nessuno. Nemmeno la Chiesa? Se le ricostruzioni giornalistiche sono vere – se sono vere -  il documento fasullo che incastrava come omosessuale Dino Boffo, direttore dell’”Avvenire”, arrivò a Feltri dal Vaticano, ed era il prodotto di una lotta interna tra i massimi dirigenti della Chiesa. Ed ora lo scherzetto si rivolta contro gli autori: sempre secondo le ricostruzioni giornalistiche, in Vaticano qualcuno organizzava incontri di prostituzione maschile... Santa madonna! ci viene da dire (con tutto il rispetto i cattolici e per gli atei).
Paolo Ballesio.

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