Vercelli e il mistero dei tumori impennata di casi, scatta l´allarme...

Dai pesticidi al vecchio nucleare, ambiente sotto accusa. Uno studio epidemiologico richiede approfondimenti e l´istituzione di un registro per capire la reale portata delle anomalie riscontrate. Tra le donne l´insorgenza di leucemie è due volte rispetto al resto del Piemonte. Raddoppiata la mortalità per il cancro al sistema nervoso...

VERCELLI - Il rischio di ammalarsi di tumore qui è più alto che a Torino? La risposta, almeno per alcune neoplasie, è affermativa e gli ultimi dati apparsi sui giornali locali hanno preoccupato cittadini e sindaci, messo in fibrillazione l´azienda sanitaria che adesso chiede di saperne di più, e sono arrivati sul tavolo dell´assessore regionale alla sanità Eleonora Artesio. In una città dove il dibattito ferve sul caso di Renzo Masoero, ha colpito l´alta percentuale di mortalità causata da alcuni tumori che presentano un indice in taluni casi addirittura doppio rispetto a quello del resto della regione. La preoccupazione nasce dai risultati di un´analisi epidemiologica che si è conclusa nel luglio dello scorso anno, ma è stata pubblicata sui giornali solo adesso (una settimana fa ne ha dato notizia La Sesia). Tanto che il sindaco di Saluggia, Marco Pasteris, ha deciso di stanziare parte dei fondi Scanzano a disposizione del Comune come compensanzione per il nucleare (93mila euro) per realizzare uno studio sugli anni 1981-2008 che durerà due anni e si chiamerà «Il sito nucleare Eurex-Sorin di Saluggia». Il lavoro (con zoom dettagliati sulle neoplasie in 53 Comuni della zona) condotto da Massimiliano Panella, Luciano Palin e Cristian Salerno, intrecciando dati di studi precedenti (uno dell´Istituto superiore di sanità del 2005 e un altro firmato da Ennio Cadun dell´Arpa nel 2008) rivela che le leucemie colpiscono le donne vercellesi due volte tanto rispetto a quelle che abitano nel resto del Piemonte. Della maggior incidenza dei tumori al colon-retto si sapeva da tempo, ma l´indagine conferma che la percentuale è più alta del 15 per cento. La vera sorpresa, commenta, Gabriele Bagnasco, direttore del servizio di igiene pubblica dell´Asl di Vercelli nonché ex-sindaco della città, è però il dato che riguarda i tumori del sistema nervoso centrale, una mortalità anche in questo caso quasi doppia di quella riscontrata nel resto del Piemonte. Per chiarirsi le idee, se dal 2000 al 2005 nella provincia di Vercelli ci sono stati 132 casi, 20 all´anno, a Torino in tre anni ce ne sono stati 55. Una differenza che richiederebbe
una riflessione, visto che la stessa percentuale riguarda anche i bimbi. Gli altri indicatori anomali interessano il tumore alla tiroide, che sembra colpire molto più le donne (se a Torino fossero cinque casi, a Vercelli sarebbero 10), che si ammalano di più anche di linfomi non Hodgkin. E anche i melanomi, questa volta senza distinzione di genere, sono più diffusi nella provincia di Vercelli che altrove in Piemonte. Gli ipotetici accusati sono molti: i pesticidi, la fabbrica chimica Polioli e altri insediamenti produttivi inquinanti, il passato nucleare, l´inceneritore di vecchia generazione datato 1978 e ristrutturato vent´anni fa, che tuttavia nel 2012 sarà comunque giunto alla sua fine naturale. «Su questo punto siamo in grave ritardo - commenta il consigliere provinciale e capogruppo del Pd Alessandro Portinaro, una situazione di impasse che si somma alla pessima prestazione sulla raccolta differenziata, al di sotto del 30 per cento, la più bassa fra quelle delle altre province piemontesi». Le ipotesi sugli eventuali responsabili circolano e fanno discutere, ma per avere conferme sarebbero necessarie dettagliate analisi eziologiche che al momento non ci sono. L´allarme è fondato? Massimiliano Panella, direttore del distretto di Vercelli e professore d´igiene a Novara, alla facoltà di medicina del Piemonte Orientale, dice che il suo studio ha evidenziato la necessità di ulteriori approfondimenti, che offrano un quadro chiaro sulla diffusione di neoplasie per tutta la provincia ma che non c´è ragione di agitarsi. «Vero che per alcuni tipi di tumori i dati vercellesi sono più alti, ma in generale la situazione non può essere considerata più preoccupante di quella di altre zone del Piemonte». E Gabriele Bagnasco chiarisce poi che i numeri delle neoplasie aumentano con l´avvicinarsi del confine con la Lombardia, che nel complesso registra un numero più elevato di tumori rispetto al Piemonte. Quanto poi ai dati che riguardano i singoli Comuni, i numeri sono così piccoli che non possono essere considerati molto rappresentativi, chiarisce ancora Panella: «Servono da indicatori ma non devono essere assunti per creare facili accostamenti per ora privi di qualsiasi fondamento». L´analisi commissionata dalla Provincia è però servita ad imprimere un´accelerazione per una vecchia proposta, mai andata in porto, di avere anche a Vercelli un registro tumori. Il progetto è pronto e il direttore generale dell´Asl di Vercelli Vittorio Brignoglio lo presenterà in una conferenza stampa il 4 marzo. Nel documento si chiede al Cpo, il Centro per la ricerca epidemiologia e la prevenzione oncologica in Piemonte, l´autorizzazione perché Vercelli entri nel Cpo di Biella e possa dunque per la prima volta monitorare il territorio provinciale, inglobando anche i Comuni che attualmente sono al di fuori dell´azienda vercellese, Trino, Saluggia e Crescentino ad esempio. «La Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli è disponibile a darci un contributo. In totale una spesa che si aggira sui 700 mila euro», annuncia il direttore generale. Gabriele Bagnasco sottolinea l´importanza dell´avvio dello studio pluriennale: «Il registro può dare informazioni che possano aiutare a realizzare studi eziologici e permettere di seguire l´andamento dei tumori anche in relazione alla qualità delle cure». I risultati sono arrivati anche nelle buvette della politica locale. La consigliera comunale di opposizione Maria Pia Massa, sfidante con Voce libera del sindaco Andrea Corsaro alle ultime elezioni comunali vinte dal centrodestra, ha presentato un´interpellanza insieme con Luigi Colombi per sollecitare un´azione da parte del primo cittadino. Che per ora tace: «Vista la presenza di un inceneritore molto vicino alla città che brucia di tutto senza differenziare - spiega Massa - è necessario stanziare risorse adeguate nel prossimo bilancio di previsione. I cittadini devono essere informati». E il consigliere regionale del Pd Alessandro Bizjak, vercellese, promette di chiedere l´intervento del prossimo assessore regionale alla sanità: «È chiaro che sono necessari approfondimenti. Sarà questo il mio primo impegno se verrò riconfermato».
La Repubblica
27.02.10.

Nessun commento: