Phonemedia, ammortizzatori beffa...

La nebbia della bassa vercellese non dà scampo, il freddo entra nelle ossa. Anche se ci vivi da tempo, non ti abitui mai. Per fortuna, all'interno della sede occupata di Phonemedia di Trino si sta al caldo. Dai primi di dicembre i lavoratori vivono e dormono qui. Si danno il cambio. Non prendono lo stipendio, hanno perso le commesse (Telecom in testa), ma non sono né cassaintegrati né licenziati. «Il problema è definirsi, non sappiamo più chi siamo. Se vai in banca ti rispondono picche» spiega Roberto Croce, rsa Cgil. Da quando sono finiti nelle mani di una società fantasma, Omega, sono piombati in un limbo infernale.

Loro, 7 mila in Italia, 1500 in Piemonte e 300 a Trino, non sono spettri, sono persone, magari monoreddito, con una famiglia alle spalle e il padrone di casa pronto a cacciarti. È già successo, pure a Trino. Hanno pudore nel parlarne, ma sono stufi: «Stufi delle promesse dei politici. Vogliamo che si blocchino gli sfratti e i mutui e un sostegno al reddito vero, non prestiti agevolati. Ci spaventa anche solo l'idea di diventare debitori. Chiediamo l'erogazione diretta di denaro».

Lunedì, poteva essere un giorno utile. Invece, è stato un bluff. A Vercelli, in un consiglio provinciale infuocato, a pochi giorni dall'arresto del presidente Renzo Masoero per concussione, si discuteva della possibilità di destinare ai lavoratori Phonemedia 500 mila euro dei fondi Scanzano (compensazioni nucleari). «Siamo andati in consiglio - racconta Matteo, 23 anni - perché quei soldi, 800 o 1000 euro a testa, ce li avevano assicurati entro fine febbraio, ma abbiamo scoperto che li avremo forse a fine marzo». Poi la beffa: la stessa delibera destina quasi 3 milioni di euro «per la valorizzazione turistica» all'associazione Terre d'Acqua vicina a Roberto Rosso. Proprio quell'onorevole Rosso, trinese, parlamentare Pdl, consigliere provinciale, che si era fatto garante della promessa...
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