La fretta di Matola...

Arriva in consiglio comunale la convenzione sull'ex area Agip...

CHIVASSO - Dopo averne discusso martedì scorso in commissione, nel Consiglio comunale di lunedì 15 febbraio l’Amministrazione proporrà la proroga per 6 anni della convenzione tra il Comune e l’Immobiliare Chivasso, proprietaria dell’ex area Agip. La convenzione era stata sottoscritta nel maggio 2001 con durata dieci anni e quindi è in scadenza. L’anno precedente il Consiglio aveva approvato un PEC presentato dalla proprietà per la costruzione di fabbricati industriali: sulla base di questo PEC la convenzione ha concesso alla proprietà 10 anni di tempo per costruire in cambio della realizzazione di opere a scomputo degli oneri di urbanizzazione (un passaggio a livello, un tratto di strada, un semaforo poi sostituito da una rotatoria). La proprietà ha effettivamente realizzato le opere concordate, ma non ha mai iniziato la costruzione dei fabbricati: il Comune intende ora concederle altri sei anni di tempo, prorogando la convenzione fino al 2016.
Perché il Comune vuole concedere la proroga? “La Periferia” di Mercoledì riferisce una dichiarazione del Sindaco Matola: “Proroga che in questi giorni gli verrà data. Anche perché, oltre alla norma prevista dalla convenzione, siamo convinti che in questi prossimi anni la proprietà sarà in grado di presentare un serio progetto che consenta il recupero di tale area”.

1) Però nella convenzione non esiste alcuna norma che impone il rinnovo. L’art. 17 stabilisce soltanto che il Sindaco “potrà accordare eventuali proroghe” in base a “motivata e giustificata richiesta del concessionario”.

2) Per la verità il Comune si è stranamente impegnato a rinnovare la convenzione molto prima della scadenza, addirittura sei anni fa. E lo ha fatto con una semplice deliberazione di giunta, senza il passaggio in consiglio. Nella delibera n. 288 del 19 dicembre 2005 si legge infatti: “Considerato che ad avvenuto collaudo tecnico-amministrativo delle opere, si procederà al rinnovo della convenzione ai sensi dell’art. 18 della stessa”. Ma nemmeno l’art. 18 impone il rinnovo. Esso stabilisce soltanto che, in caso di rinnovo, saranno riviste le condizioni della convenzione medesima, ad esempio gli oneri a carico della proprietà. E tuttavia il Comune decide di impegnarsi a rinnovare e firma una “scrittura” con la proprietà: questa scrittura è mai passata in consiglio comunale? I consiglieri di minoranza l’hanno mai vista?

3) Perché il Comune nel 2005  si è impegnato a rinnovare la convenzione? Perché – afferma la delibera – i ritardi nella realizzazione delle opere infrastrutturali sono da addebitarsi “al pronunciamento di RFI” e non alla società proponente il PEC. E’ dunque giustificato concedere più tempo alla proprietà, precisamente 8 anni a partire dal collaudo delle opere. Il collaudo avverrà nel 2008: ecco perché oggi il Comune propone una proroga fino al 2016. Ma – a voler essere pignoli – ci si può chiedere dove sono le prove che i ritardi sono da addebitarsi a RFI. Dov’è l’eventuale carteggio tra Comune e RFI? Non mi risulta che sia stato messo a disposizione dei consiglieri di minoranza. I quali si devono fidare sulla parola?

4) Ma, soprattutto, perché l’Amministrazione del tempo ha sentito il bisogno di stabilire così in anticipo, addirittura cinque anni prima, che alla scadenza nel 2010 la convenzione avrebbe dovuto essere rinnovata? Non poteva attendere che la convenzione andasse tranquillamente a scadenza? Non è curiosa questa fretta? Siamo nel dicembre 2005. Fluttero si è dimesso da sindaco il 30 novembre per potersi presentare alle elezioni del Parlamento. Si attende l’arrivo del commissario che resterà in carica fino alle elezioni comunali del giugno 2006. Al futuro della convenzione avrebbe potuto pensare la nuova amministrazione. Invece no: il 19 dicembre la giunta si riunisce (senza il sindaco) e approva questa strana delibera 288 / 2005. E approva una scrittura con la proprietà che vincola la amministrazione successiva al rinnovo. Perché?

5) Nella dichiarazione a “La Periferia” Matola si dice fiducioso che la proprietà presenterà nei prossimi anni “un serio progetto”. Quale progetto? Un progetto c’è già, riguarda la costruzione di capannoni industriali. E’ scritto nella convenzione. Non è per questo che è stata sottoscritta? Matola si appresta a prorogare una convenzione senza sapere quali sono le intenzioni della proprietà? In commissione l’assessore Marino ha candidamente ammesso di non saperlo. E, nella stessa pagina del giornale, il progettista e rappresentante della proprietà ammette che, a causa della crisi economica, più che a capannoni per la piccola e media impresa si potrebbe pensare a una discoteca o a un bowling. Dov’è finita la “destinazione d’uso produttiva”?
Paolo Ballesio.

P.S. Tanto per cambiare, la convenzione arriva in Consiglio comunale senza una relazione idrogeologica recente. Quando il PEC è stato approvato una relazione idrogeologica c’era. Ma oggi è invecchiata: il PEC è stato approvato nel settembre 2000, dieci anni fa, e soprattutto prima dell’alluvione dell’ottobre dello stesso anno.

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