Granito radioattivo a Torino, la documentazione dell'ARPA Piemonte ed il caso della Valle Cervo (Bi)...

Nella città di Torino, con i lavori del passante ferroviario e con le recenti ristrutturazioni, hanno messo granito radioattivo un po’ dappertutto: corso Mediterraneo, corso Castelfidardo, corso Lione, via Po, via Garibaldi, piazza IV marzo, piazza Arbarello, corso Siccardi, via Cernaia, piazza Castello, piazza Palazzo di Città, Porta Palazzo e dintorni.
“Casualmente” non lo hanno messo intorno alla nuova Procura della Repubblica..
.
Ho parlato con i lavoratori, che materialmente hanno posato quel granito e ho imparato a riconoscere quello radioattivo.
Il granito radioattivo è in buona parte costituito da Sienite della Balma.


http://gammagraniti.com/
http://gammagraniti.com/sienite/Website/index.html

“Il nome Sienite deriva da Siene (Assuan Egitto) da cui queste roccie hanno preso il nome, contiene quarzo in quantità tale da essere fatta rientrare nelle gronodioriti. In Italia la Sienite tipica è la Sienite della Balma, che costituisce una zona del plutone di Biella differenziata da granito a monzonite... per saperne di più libero.it/vitalgeo/sienite-zoom.htm> http://digilander.libero.it/vitalgeo/sienite-zoom.htm .
La Sienite della Balma è famosa in tutto il mondo per le sue caratteristiche di elevata resistenza al calpestio, basti pensare che è stata usata in Aeroporti, Porti (New York), Stazioni Ferroviarie (Milano Centrale, Roma Termini), Piazze e Vie (Torino, Milano. ecc), sopratutto come bordure a spacco, cubetti, e pietre di camminamento, ma anche come pavimentazioni levigate, lucide, fiammate.
La Cava di Sienite della Balma Gamma ha rappresentato sin dagli anni 50 il nome Sienite tra gli operatori del settore.
Quando si parla di Sienite è inevitabile collegarlo al nome Gamma”.

Cosa dice l’ARPA?

La struttura dell’ARPA che si occupa di radiazioni ionizzanti
http://www.arpa.piemonte.it/index.php?module=ContentExpress&func=display&ceid=644 piemonte.it/index.php?module=ContentExpress&func=display&ceid=644>
ha elaborato un documento sulla radioattività in Piemonte
http://www.arpa.piemonte.it/upload/dl/Radiazioni_Ionizzanti/Trattazione_generale/rad_ionizzanti.pdf
con particolare riguardo al Radon, precisando che:


Il Radon

• Il radon è in realtà il responsabile della maggior parte della dose ricevuta dalla popolazione.

• Si valuta che il 10-15 % dei tumori polmonari in Italia siano attribuibili al radon (è la seconda causa dopo il fumo).

• Rappresenta quindi, sicuramente, la componente radiologica di maggior rischio.

Un altro documento dell’ARPA parla del Radon in Piemonte:
http://www.arpa.piemonte.it/upload/dl/Radiazioni_Ionizzanti/Reti_regionali_di_monitoraggio/Radon/radon.pdf

“Le campagne di misure radon in Piemonte

Le misure nella Valle del Cervo
(BI)
Si tratta di una piccola vallata alpina che si apre a nord della città di Biella. Essa è caratterizzata dalla presenza di quello che i geologi chiamano un plutone granodioritico, cioè rocce intrusive magmatiche, nelle quali le concentrazioni di radionuclidi naturali (Uranio e Torio) sono superiori alla media. Gli studi sulla presenza del radon in quest’area vennero condotti inizialmente dall’Istituto di Fisica Generale Applicata dell’Università di Milano. Successivamente, approfondimenti vennero effettuati anche per iniziativa dagli LSP di Vercelli e di Ivrea (ora ARPA), anche in collaborazione con l’ANPA.
In questa zona è evidentissima la correlazione tra il substrato roccioso presente e i livelli di radon: la granodiorite, detta anche Sienite della Balma, contiene infatti una considerevole quantità di Uranio (350-400 Bq/kg circa) e di Torio (300 Bq/kg), oltre che di K-40 (circa 1000 Bq/kg). Di conseguenza, notevoli sono anche, in questa zona, i livelli di dose g: si possono infatti misurare ratei di dose fino a 1 mGy/h. Per questi motivi, la Valle del Cervo può senza dubbio considerarsi un’area ad alta radioattività naturale, probabilmente paragonabile, per quanto riguarda i livelli complessivi di dose (g+radon), a quelle ben più note e famose nel mondo (ad esempio, il Kerala, in India), anche se di dimensioni estremamente ridotte e scarsamente abitata (una buona parte delle abitazioni dei paesi della Valle fungono in realtà da "seconda casa", occupate perlopiù nel periodo estivo)”.


Viene spontaneo chiedersi: ben sapendo che quel granito era tra i più radioattivi al mondo era il caso di utilizzarlo a Torino, in aree frequentate e dove è possibile persino sedersi sopra?

Roberto Topino - Rete NOINC.

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