Chivasso... ma dobbiamo proprio bercele tutte?
CHIVASSO - Ma dobbiamo proprio bercele tutte?
Prima bevuta. Sulle pagine torinesi de “La Repubblica” di sabato scorso 1° novembre l’assessore regionale ai trasporti Daniele Borioli lancia un allarme. Il contratto con Trenitalia, la società a cui è affidato il trasporto su rotaia nella nostra regione, è scaduto. Per rinnovarlo, Trenitalia chiede 60 milioni di euro in più. La Regione non li ha. Il governo non vuole sborsarli. Per conseguenza potrebbe esserci una riduzione del numero dei treni per i pendolari. Magnifico, se la passano già così bene! Comprendo la difficoltà in cui si trova Borioli. Ma non è lo stesso Borioli per il quale va benissimo spendere milioni di euro, si dice venti, per costruire il famigerato peduncolo? E’ costosissimo, è dannoso per l’ambiente, è devastante per il futuro economico di Chivasso e per i lavoratori e gli studenti che si servono della linea Chivasso – Ivrea. Dov’è la coerenza di Borioli?
Seconda bevuta. Da qualche settimana sulla stampa locale amministratori e consiglieri di ogni colore si pronunciano sul mercato di Chivasso. E’ allo stretto. Se qualcuno si sente male le ambulanze non riescono a passare. Bisogna spostarlo o lasciarlo in centro? Gli amministratori recitano la parte dei pensosi statisti che non dormono la notte pensando al bene dei chivassesi. Ma dov’erano Germani, Matola e gli altri quando sotto l’amministrazione Fluttero veniva preparato il piano regolatore che contribuisce a strozzare il mercato? Non potevano lasciare libero qualche spazio in più, ad esempio l’area dello Smeraldo, che invece tanto per cambiare è stata abbandonata ai costruttori? Eppure potevano certo prevedere che, permettendo l’espansione edilizia che abbiamo tutti sotto gli occhi, sarebbero aumentati i frequentatori del mercato. Chivasso è la città delle facce di latta. Forse è questa la riposta alla nostra domanda.
Bancomat.
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