Il Ministero per l'Ambiente approva il deposito di scorie nucleari a Saluggia...

La VIA (Valutazione d’impatto ambientale) del Ministro dell’Ambiente (Stefania Prestigiacomo) e del Ministero per i Beni Culturali (Sandro Bondi), parla chiaro:
a Saluggia sarà costruito un impianto di solidificazione rifiuti radiottivi liquidi processo Cemex e deposito temporaneo di manufatti di III categoria dell’impianto Eurex.
Dunque se la Sogin fino a qualche mese fa era data per spacciata e sull’orlo del fallimento come riportava Archivio Nucleare, grazie alla politica del Governo che prevede la costruzione di centrali nucleari, ritorna con un progetto per la costruzione di depositi nucleari D2 e D3, in pratica la predisposizione per le future scorie nucleari delle future centrali nucleari italiane.
Il Comune di Saluggia è da almeno 40 anni sotto lo scacco del nucleare: come riporta Zona Nucleare è dal 1965 che hanno a che fare con le scorie del deposito Eurex (Enriched URaniun EXtraction), presentate ai cittadini come ospiti temporanee, ma che appunto non sono mai andate via di li.
La zona però è ad elevato rischio idrogeologico e la Dora Baltea scorre proprio li accanto. Scrive Erikablogger nel suo blog:
E non bisogna dimenticare che è cresciuta anche la paura per i veleni, Plutonio e Uranio, che la piena della Dora Baltea, che minaccia il sito delle scorie nucleari a Saluggia, nel Vercellese, potrebbe portare via e spargere, inquinando il suolo coltivato e le falde acquifere Una paura simile a quella del 2000, quando la Dora, dall`andamento torrentizio, piombò nel deposito nucleare Eurex e rischiò di portarsi via alcuni dei contenitori metallici interrati, in cui sono custodite le scorie liquide più pericolose d`Europa: un temibile cocktail dì prodotti di fissione, plutonio e uranio, che sarebbero potuti finire dalla Dora nel Po, con un danno irreparabile per la Pianura Padana.
Carlo Rubbia disse che si era sfiorata una «catastrofe planetaria». E la scorsa settimana, con la Dora salita quasi agli stessi livelli del 2000, sono stati in molti a ricordare quelle raggelanti parole del Nobel. Sogin, la Spa del ministero del Tesoro che gestisce il post-nucleare in Italia, dopo quell’alluvione, ha fatto costruire un muro di cemento armato di oltre 20 metri, di cui 15 sotto terra, che mette totalmente al riparo il sito Eurex dal rischio alluvione.
Quando è stato progettato, si sono messe in campo le ipotesi teoriche più catastrofiche: esondazione totale della Dora e crollo delle dighe in Valle d`Aosta. Ma la giunta comunale, guidata dal sindaco Marco Pasteris, ha vegliato per tutta la notte del 29 maggio, in stretto contatto con la prefettura e la Protezione Civile.
Segnalazione da: http://www.ecoblog.it/

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