
Oggi "La Repubblica": "Stipendio decurtato per i dipendenti pubblici che donano il sangue". E' la conseguenza dell'art. 12 del decreto legge 112: "Fino all'approvazione della norma chi prendeva un giorno libero per rimpolpare le spesso scarse riserve dei centri trasfusionali italiani riceveva la paga piena, grazie al contributo dell'Inps. Oggi non più. In busta paga per quel giorno verrà a mancare la cosiddetta retribuzione aggiuntiva...e che tra le tante voci aveva anche la donazione di sangue". Sorge spontanea la domanda: quale la ragione del provvedimento, che colpisce i donatori di sangue e soprattutto chi del sangue ha bisogno? La spiegazione possibile è che il sangue è rosso, un colore che ricorda troppo il comunismo, contro cui il Pollo della Libertà combatte una accanita battaglia all'ultimo sangue. Comunque, ora il problema è come rimediare. In campo al momento ci sono due ipotesi: 1) promuovere la formazione di un sano mercato del sangue. I donatori vendono e gli ospedali comprano. Il prezzo sarà quello che il mercato stabilirà, in base alla legge della domanda e dell'offerta. Non si capisce infatti perché il sangue non debba anch'esso diventare una merce. Il mercato è un'ottima soluzione per tutto: garantisce una allocazione ottimale dei beni necessari. Insomma, è venuta l'ora di destatalizzare il sangue e restituirlo al mercato; 2) funzionari del ministero del lavoro, o magari lo stesso Brunetta, si recheranno direttamente sul posto di lavoro dei donatori, praticheranno loro un morso ben assestato sul braccio, succhieranno il sangue e lo sputeranno in un contenitore di plastica prodotta dalla fabbrica della Prestigiacomo. Così gli statali non avranno una ennesima scusa per assentarsi dal lavoro: il sangue verrà loro prelevato direttamente in ufficio, tra una pratica e l'altra. Scusate se vi ho rubato dello spazio, ma questo provvedimento mi fa andare il sangue agli occhi. Un rosso saluto: Conte Dracula 5.8.08. |
7 commenti:
Concordo pienamente con il Conte Dracula. Basta con questo stato invadente che pretende di interferire anche nella produzione del sangue! Restituiamo il sangue al libero mercato. Ma, in questa prospettiva, la proposta del Conte Dracula non appare ancora compiutamente liberista. Infatti il sangue messo in vendita dai produttori (i donatori di sangue finalmente liberati dalla schiavitù dell'Avis e consimili) sarà comperato dagli ospedali, o dalle aziende sanitaria, cioò ancora una volta da istituzioni pubbliche. Tutto questo non va. Propongo che gli ospedali e le Asl se ne stiano fuori dal libero mercato del sangue. Coloro che si fanno ricoverare in ospedale per farsi operare e potrebbero avere bisgono di sangue, ebbene, se lo procurino loro, comprandolo direttamente dai donatori diventati produttori. Insomma, quando entrano in ospedale, insieme al dentificio, al sapone e all'asciugamani si porteranno anche un litrozzo di sangue per ogni evenienza. Non vi pare una buona soluzione?
Bloody
E bravo il nostro Bloody! Quelli che entrano in ospedale per un intervento lo sanno prima che potrebbero avere bisogno di sangue, e se lo comprano per tempo. Ma quelli che finiscono al pronto soccorso dopo un incidente stradale o sul lavoro? Mica possono prevedere di avere un incidente? Gli operai edili magari sì, ma gli altri? Un rimedio ci sarebbe. Le Asl dovrebbero costruire nei locali del pronto soccorso un negozietto - la Blood Butik - per la vendita del sangue agli incidentati. I parenti accorsi trafelati comprerebbero il sangue e lo darebbero subito agli operatori del pronto soccorso. Le Asl potrebbero indire una gara per l'assegnazione in affitto del locale commerciale. Fluttero potrebbe affrettarsi a creare una società, magari chiamandola Movisangue, e concorrere per l'assegnazione dei locali. Se vince potrebbe chiamare il negozio "Movidracula".
Un cittadino partecipe
Caro "cittadino partecipe",
non sembri renderti conto che abbandonare il sangue al libero mercato sarebbe fonte di ingiustizia sociale. I ricchi potrebbero permettersi di comprare il sangue migliore e più bello: sangue di atleta in perfetta forma, di modelle in perfetta salute, magari di altri ricchi ben curati e alimentati. Mentre i poveri sarebbero costretti a compararsi il sangue di qualità peggiore, ad esempio quello di altri poveri costretti a vendere il proprio sangue per arrivare alla fine del mese. Che sangue sarebbe questo? Di pessima qualità:Infatti i poveri mangiano alimenti scadenti, quelli che costano meno, non riescono a curarsi adeguatamente perché non possono pagarsi la sanità privata, abitano in quartieri degradati e inquinati, spesso si avvinazzano per dimenticare la loro tristissima condizione. Non va, non va, cari amici del blog. Proprio voi non vi rendete conto dell'iniquità sociale del libero mercato del sangue?
Karl Marcs
caro Conte: hai fatto bene a sollevare questo problema. A completare il quadro, alcuni dati.
Il "tasso di donazione annuo" dei donatori italiani è il piu' basso d' Europa: solo 1,6 per cento/anno. Cioe': i (pochi) donatori italiani donano il sangue mediamente solo 1,6 volte l'anno. Sono pochissime le regioni italiane autosufficienti dal punto di vista delle donazioni di sangue, il Piemonte è fra queste; quasi tutte le regioni del centro e sopratutto del sud sono largamente deficitarie. Il nano Brunetta forse crede di scherzare quando parla di sangue. I casi sono 2: o veramente si vuole del tutto privatizzare l'argomento e quindi le donazioni saranno monetizzate al donatore, oppure il nanerottolo in questione non sa di che cazzo sta parlando.
Ma che cosa dicono le grandi associazioni che si occupano dei prelievi AVIS e Fidas? Voi avete sentito qalche presa di posizione?
E la pretaglia che cosa dice? Su Famiglia Cristiana in edicola e sui sagrati da domani, ci sarà un maxi elogio al nano Brunetta, con l'incitamento ad andare avanti sulla strada della moralizzazione anti-statali-pseudo-fannulloni. La questione-dracula, quando la pretaglia ha scritto l'articolo, non era ancora uscita dal cilindro del misnistrucolo: non avranno proprio niente da dire, proprio loro che si riempono la bocca (oltre che le loro immonde tasche...) della parola "solidarietà"? Ma che cosa c'è di piu' solidale al mondo che donare il proprio sangue? Io lo dono 2-3- volte l'anno da 31 anni, e fra le cose che piu' mi piacciono nel farlo, c'è proprio la consapevolezza che il mio plasma andrà nelle vene un giorno di un italiano. L'altro giorno di un africano, magari un'altra volta nelle vene di un mega-imprenditore straricco e la volta dopo ancora in quelle di uno zingaro: non è solidarietà questa? Che ne dite pretaglia: fatevi sentire anche voi dai vostri luridi pulpiti, invece che leccare il culo al nano di turno.
Anacleto.
Vorrei aggiungere una considerazione a quelle già fatte da Karl Marcs. Non solo il libero mercato del sangue sarebbe socialmente iniquo, perché favorirebbe i ricchi e penalizzerebbe i poveri. Ci sarebbe un'altra conseguenza negativa: l'aumento della criminalità, la nascita e la diffusione dei blood gangster. Non solo la grande criminalità organizzata, che cercherebbe di impadronirsi del mercato del sangue come ha già fatto con quello della droga. Si svilupperebbe anche una piccola criminalità del ramo sangue. Borseggiatori, ladri di auto e di polli, scassaserrande, tutti si convertirebbero in efferati blood- criminali. Bande di malfattori percorrerebbero le nostre strade e ucciderebbero tranquilli cittadini per vendere il loro sangue. No, da esperto quale sono, vi dico che la proposta del Conte Dracula è molto pericolosa.
Il Commissario Montalbano
Caro "cittadino partecipe",
sconsiglio Fluttero dal gettarsi in questi nuova impresa commerciale, cioè la Movisangue nei locali del pronto soccorso. Non reggerebbe alla concorrenza del Conte Dracula, che aprirebbe subito una bottega del sangue in Corso Galileo Ferraris. Nessuno possiede l'esperienza, i denti adatti, il know how di Dracula. E' il più esperto nel ramo. E procurarsi il sangue a lui non costa niente (a parte il consumo industriale di dentifricio e di disinfettante orale). Di notte si procurerebbe barili di sangue succhiandolo ai chivassesi tiratardi e di giorno lo venderebbe sottocosto. Fluttero sarebbe presto costretto a chiudere il Movisangue.
Un commercialista
Io e le mie numerose colleghe ci mettiamo anche noi sul mercato del sangue!!! A causa della crisi economica gli italiani ci comprano sempre meno: almeno tireremo su qualche euro col nostro sangue.
Una bistecca al sangue
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