Una lettera a La N.Periferia sulla spinosa questione casa scout nel parco Mauriziano di Chivasso...


Cari amicidel Blog del Paolo Otelli:

mi permetto di inviarmi qui di seguito la lettera pubblicata ieri da "La N. Periferia" sulla questione infinita della casa scout nel Parco Mauriziano.

Ciao e grazie.

Gentile Direttore,

sul numero del 25/4 de "La N.Periferia" il Signor Mario Rossi è intervenuto sulla questione della nuova sede degli scout, che l'Amministrazione comunale vuole costruire all'interno del Parco Mauriziano. Da un lato, egli mi invita a prestare maggiore attenzione alla funzione sociale delle associazioni che, come quella scout, cercano di contrastare il bullismo e offrono un'alternativa alla discoteca e allo "struscio". Vorrei precisare che in lettere e articoli non ho mai "sparato a zero" sulla funzione sociale degli scout, e ho sempre riconosciuto il valore della loro pedagogia: ho avuto e ho amici scout che ricordano con affetto ed orgoglio quella esperienza, e la sua capacità di formare cittadini attenti e responsabili nei confronti della società e dell'ambiente. Dall'altro, egli condivide il giudizio negativo degli ambientalisti sulla collocazione della casa scout nel Parco Mauriziano. Ed è proprio questo il vero oggetto dello scontro con l'Amministrazione. Un parco, unico in Chivasso e a disposizione dei tutti, che verrà presto deturpato da una strada a grande traffico e da nuove costruzioni, e che non merita di subire ulteriori amputazioni. Il Signor Rossi aggiunge un nuovo argomento ai tanti già usati contro quel dannoso progetto. Egli suggerisce all'Amministrazione di ristrutturare e ampliare la sede attuale, l'ex asilo Bocca in via Cappuccini, di proprietà del Comune. Ricorda che alcuni anni fa un intero piano fu sottratto improvvisamente e inspiegabilmente agli scout per ospitarvi il Blu Moon, ma che ora vi sarebbe nuovamente un piano disponibile, lasciato vuoto da altre associazioni trasferitesi altrove. L'Amministrazione risparmierebbe denaro pubblico e recupererebbe, salvandolo dal degrado, un edificio che fa parte del patrimonio comunale. A meno che, è questo il sospetto, sia già pronta una nuova speculazione edilizia. Aggiungo che l'edifico non è un arido blocco di cemento, ma è circondato da una spaziosa area verde: non a caso era un asilo.

Perché l'Amministrazione comunale non segue questo saggio consiglio, ispirato ai criteri di una buona amministrazione, attenta a non sprecare il denaro di tutti? Perché si ostina a voler spendere 355.000 euro per costruire un nuovo edifico dentro un parco pubblico, quando a minor costo conseguirebbe il risultato di recuperare una proprietà comunale?

Piero Meaglia

(lettera pubblicata su "La Periferia" del 9 maggio 2007)


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