La recente conferma da parte dell' ARPA (Agenzia regionale per l' ambiente) che certifica la contaminazione radioattiva dei pozzi di Saluggia per una profondità di almeno 7 metri, è uno dei lati più inquietanti di questa italica vicenda fatta di ritardi e di improvvisazioni. Addirittura ancora oggi sui giornali locali c'è chi si stupisce di come l' inquinamento radioattivo sia giunto a 2 km dai depositi delle scorie, nelle vicinanze dei pozzi di captazione dell' Acquedotto del Monferrato, utilizzato da 101comuni di tre Provincie (Vercelli, Alessandria e Torino). Un acquedotto che, da recenti notizie, stringerebbe un' alleanza tecnica con l' acquedotto che serve la città di Asti. Lungi dal creare facili allarmismi che non servono a nessuno ( i pozzi del Monferrato pescano ad una profondità di una settantina di metri), è quantomeno sorprendente constatare che ancora una volta gli allarmi lanciati in tempi non sospetti non siano stati presi in alcuna considerazione. In particolare ciò che maggiormente colpisce è l' inerzia, ma forse sarebbe meglio parlare di ignavia, della maggior parte degli amministratori locali che fanno parte dell' ampio consorzio dei comuni che fanno riferimento all' Acquedotto del Monferrato. A quali logiche rispondono costoro? Credono forse di essere stati votati dai loro cittadini-sudditi solo per coprire delle buche, asfaltare delle strade, o per modificare (quasi sempre in peggio) i loro piani regolatori? Solo per l' ordinaria amministrazione? Qui siamo di fronte ad una pseudo-classe politica che magari, forse fra qualche tempo, a contaminazione avvenuta delle falde, griderà "al lupo, al lupo!" , facendo a gara su chi è più "ambientalista" con i Sindaci dei paesi vicini, specialmente se in odore di elezioni amministrative... Ad una recente riunione convocata dal Comune di Lauriano, alla quale erano stati invitati tutti i Sindaci, assessori all' ambiente e capigruppo di maggioranza e di minoranza di tutti i 101 Comuni del consorzio, si sono presentati in 3..... Oltre agli amministratori del Comune organizzatore, soltanto quelli di Cavagnolo e di Brusasco. E tutti gli altri? Pensano forse di essere immuni da certi rischi? Credono ciecamente alle rassicurazioni di rito dell' ARPA? O pensano che le vaghe promesse di trovare un nuovo sito per il deposito nazionale di scorie nucleari siano risolutive della complessa questione? Oppure hanno già in mente altre alternative per i rifornimenti idrici dei loro Comuni? Ed ancora: ma fra gli amministratori del Comune di Asti, città che dovrebbe sottoscrivere un accordo di collaborazione tecnica con l' Acquedotto del Monferrato, sono proprio certi che il rischio di contaminazione domani non coinvolga anche l' acqua bevuta dai cittadini astigiani? Troppi interrogativi per un unico problema, figlio della colpevole inerzia amministrativa e di una "fonte" di energia che anche nel nostro Paese sta presentando il conto, a 20 anni dal referendum popolare che decretò la chiusura dell' esperienza nucleare nel nostro Paese. Spartaco Battista |
Un intervento sulla questione delle scorie di Saluggia e dell' Acquedotto del Monferrato...
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
In effetti il silenzio su questo tema la dice lunga su come i nostri dipendenti amministratori portano avanti il loro lavoro, dimenticandosi che sono li per tutelare i nostri interessi e la nostra salute. Avrei una proposta per la prossima assemblea del consorzio del monferrarto: perchè non facciamo un presidio distribuendo le bottiglie di acqua di saluggia, lievemente radioattiva, che il comitato di Rondissone ha gia distribuito nei mesi scorsi?
un saluto
Massimo
Posta un commento