Riflessioni postelettorali



Le elezioni comunali di Chivasso sono passate, e, smaltita la parte emotiva dovuta al cambio di amministrazione, proviamo ad analizzare il voto.
Il problema è chi ha vinto, ma visti gli andamenti elettorali sarebbe più giusto dire chi ha perso.
Il PD è al 21,73%. Alle precedenti elezioni comunali del 2006 era (DS+Margherita) al 32,9
IDV è al 6.06. Alle Regionali del 2010 era la 9.18 e alle europee era al 12%
L'UDC ha ottenuto il 5.33% alle precedenti comunali era al 4.9 mentre alle regionali era al 3.34%
Per contro il PDL ha conseguito il 26,77 mentre alle precedenti comunali (FI+AN) era al 30,2%, e alle regionali del 2010 era al 29.57%
La Lega ha ottenuto il 3.9%: non era presente alle precedenti comunali, ma alle regionali aveva avuto il 10.12%.
Raddoppio del Movimento 5 Stelle che, assente alle comunali precedenti, è passato dal 3,43% delle regionali al 6.62 alle comunali chivassesi: scandalosa la sua assenza dal consiglio comunale, nonostante abbia un consenso superiore a molti dei partiti che sono riusciti ad entrarvi.
Da questi dati  emerge con chiarezza che più che una crescita dei partiti del Centrosinistra è avvenuto un crack nel Centrodestra. Perdono significativamente sia il PDL che la Lega, quest'ultima con un risultato invero imbarazzante.
Questi i dati, dai quali non si può prescindere, e sui quali i partiti dovrebbero riflettere seriamente. In particolare il risultato dei referendum, che hanno visto una forte partecipazione popolare con votanti provenienti da tutti i partiti, sottolinea lo scontento degli elettori. Certo la maggioranza  in Consiglio Comunale è cambiata, ma l'analisi del voto non è un buon segnale per nessuno dei partiti nazionali. Il loro elettorato è scontento di come gestiscono il paese: il segnale è chiaro e limpido, se lo si vuole cogliere.
In questo quadro la vicenda del voto sporcato da infiltrazioni ‘ndranghetiste assume quindi il ruolo di una questione importante, che non viene risolta da dichiarazioni di principio. E' evidente che con un sistema elettorale maggioritario come quello in vigore poche centinaia di voti bastano a cambiare un’amministrazione: quindi, o si modifica la legge elettorale, o i  partiti devono seriamente vigilare su possibili infiltrazioni. 
Le giustificazioni che sono state addotte sono davvero poco convincenti, specie in una città piccola come Chivasso in cui tutti conoscono tutti, e considerando anche che in gruppi culturalmente coesi difficilmente chi ne fa parte ignora questo genere di cose. 
Ma dobbiamo e vogliamo essere garantisti e presumere l'innocenza fino a prova contraria, e giudicare le azioni. Certo quanto è successo ha un sapore amaro di deja-vù,  e spesso provoca tra gli elettori un rifiuto, un "sono tutti uguali" spesso risuonato nei discorsi tra molti cittadini.
Restiamo quindi ai fatti. E tra i fatti ci piacerebbe che ce ne fossero alcuni riguardanti non solo il piano politico, ma anche quello amministrativo. 
Lasciare che alcuni settori dell'amministrazione (ad esempio l'edilizia) siano gestiti per lunghi periodi (e qui siamo oltre i 15 anni) dagli stessi dirigenti è un errore, mentre il ricambio permette di accrescere la trasparenza e la chiarezza nelle scelte dell'amministrazione. 
Una turnazione degli uffici è salutare e pone tutti al riparo da errori che, magari in buona fede, chiunque può compiere. E' quindi necessario che si ponga mano ad una ristrutturazione degli uffici, al fine di dare nuovo impulso e stile ad uffici che spesso in passato non hanno agito in modo corretto: lo dimostra, ad esempio, la vicenda del Mauriziano, dove il ritardo nella pubblicazione della perizia idrogeologica ha di fatto impedito ai cittadini di esercitare il loro diritto di critica.
Altro fatto dal quale vogliamo partire per muovere una critica è stata l'assenza dei segretari dei partiti (sia della maggioranza che dell'opposizione) all'iniziativa postreferendaria di sabato 2 luglio. 
In molti, dopo i risultati delle ultime elezioni,  hanno parlato di aria nuova e di voglia di partecipazione. Specialmente i referendum hanno dimostrato che  è necessario ripensare alle forme e ai modi della partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica. Le decisioni prese dall'alto e senza tener conto della volontà dei cittadini non funzionano: o provocano lo scontro sociale, o vengono travolte dalla volontà popolare.
Quanto poi sia necessario riformare la struttura del Servizio Pubblico, nei suoi vari aspetti,  è altrettanto evidente, visto il fallimento che la sua finanziarizzazione sta determinando. 
La trasformazione dei servizi pubblici in aziende controllate dalla politica mostra tutti i suoi limiti (vedi la vicenda di SETA) ed è necessario trovare nuove forme di gestione: il Servizio Pubblico, deve essere sottratto al controllo partitico, che ha trasformato le SPA a partecipazione pubblica in “posti” dove vengono sistemati i “trombati”, dove a volte si fanno affari illeciti e si scaricano le incapacità gestionali sui cittadini contribuenti.
Altri fatti francamente non ce ne sono. Troppo presto per giudicare i nuovi Assessori o il Sindaco. Sono molte e motivate le aspettative riguardo al cambiamento,innanzitutto dei metodi dell'operato dell'Amministrazione comunale. Le decisioni del Governo centrale, che portano nuovi tagli ai bilanci degli enti locali, sono un gran brutto segnale: i tiket sulla salute e altri provvedimenti del governo si scaricheranno soprattutto su quella parte di popolazione che già oggi fatica ad arrivare non solo alla fine ma a metà del mese. Come Rifondazione non mancheremo di essere presenti su queste tematiche e su tutte quelle che riguardano la concretezza della vita dei cittadini di Chivasso. 
Ci resta un dubbio sulle competenze: il nuovo Sindaco è un avvocato. Ora, fare un'arringa o interpretare una sentenza è sicuramente difficile e complesso, ma lo è anche governare un territorio già gravemente compromesso da un punto di vista urbanistico. Chi sono in questo momento i suoi collaboratori?
A chi chiede aiuto  per quanto riguarda l'edilizia e l'urbanistica? Ci piacerebbe saperlo, almeno per completezza d'informazione, almeno.

Massimo Zesi - Federazione della Sinistra-Rifondazione Comunista

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