sinistre a Chivasso; Che fare?


Cari compagni, care compagne,
ho partecipato ai due incontri svolti dopo le elezioni presso il centro Otelli, per fare il punto sulla situazione, sia a livello nazionale che nello specifico di Chivasso.
Come era facilmente prevedibile, le riunioni hanno ricalcato quello che già il risultato elettorale aveva evidenziato, ovvero che non c'è (e non c'era) unità tra le dirigenze dei partiti che avevano dato vita a quello che si è rivelato solo un cartello elettorale. Non vorrei però qui discutere delle scelte che ogni partito farà o sta facendo. Ognuno deve rispondere alla propria coscienza (o ai propri elettori) come meglio crede. Vorrei però entrare nella situazione della sinistra a livello locale. Durante la prima riunione, che ha avuto la presenza di molti compagni che era tempo che non si vedevano in sede, è
emerso il bisogno o il desiderio di dare vita a qualcosa che cercasse di ricostruire una presenza della sinistra nel territorio, anche superando la logica dello schieramento di partito.
Da parte di tutti i presenti c'era stata la presa d'atto che fosse necessario che la sinistra provasse nuove strategie di azione, cercando di rinnovare lapropria modalità di azione, iniziando un percorso di analisi e di mobilitazione necessario per ristabilire rapporti e relazioni con la società.
A questa prima riunione ne è seguita una seconda, nella quale sono riemerse le divisioni partitiche tra i componenti della sinistra l'arcobaleno.
Le logiche di segreteria hanno ricominciato ad essere prevalenti, quasi che nulla fosse successo.
Ora, siamo di fronte, come compagni del chivassese, ad un bivio:
o continuare la propria azione appoggiandosi ai partiti "tradizionali" ( o a ciò che resta di questi), o provare a dare vita ad una nuova esperienza, che cerchi di riunire chi ha voglia di spendersi per la ripartenza della sinistra a Chivasso. Una casa della sinistra che provi, senza cappelli partitici, a rimettere insieme i compagni che non si riconoscono nel panorama attuale, o che anche se sono ancora legati ad un partito, siano disponibili ad un confronto che sia libero da posizioni
prestabilite.
La difficoltà di questa operazione è che ha bisogno di una struttura (ovvero di persone) che siano disponibili ad impegnarsi, ma che non possono essere, pena la non credibilità, esponenti dei
partiti storici della sinistra. A mio avviso è necessario che ogni compagno si riprenda un pezzo di responsabilità e che nuovi volti permettano alla sinistra chivassese di avere una nuova identità. Questo
non significa un giudizio negativo su chi fino ad oggi ha gestito i partiti, ma in una situazione di ricostruzione della sinistra, la presenza dei dirigenti "classici" rischia di far identificare le iniziative come di parte, vanificando quindi l'eventuale forze delle medesime.
Propongo quindi, per chi ci sta ad iniziare questo percorso, di trovarci in una data da definire, al centro Otelli per parlarne.

Massimo Zesi

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Concordo con l'impostazione di Massimo: in sostanza egli dice che è l'ora di un ricambio generazionale all'interno della sinistra, amche e soprattutto a Chivasso.
Mi trova d'accordo anche l'ipotesi della ri/costruzione di una sinistra di base, che sia un mix fra chi ha (ancora) una tessera di rifondazione o di altri partiti dell'area, e chi si avvicina alla politica dall'esterno dell'angusto recinto dei partiti. Unica obiezione: ma questi giovani ci sono? Quale linguaggio parlano? Siamo in grado di decifrare i loro codici generazionali? E' possibile interagire? Fugati questi dubbi...avanti comagni!
Effedì.

Anonimo ha detto...

Forza, Massimo. Bisogna provare.
Gino